Il sonno… il miglior alleato del nostro cervello!
Il sonno… il miglior alleato del nostro cervello!

Il sonno… il miglior alleato del nostro cervello!

Dormire è fondamentale per il cervello perché svolge numerose funzioni cruciali per la salute mentale e fisica. Durante il sonno, soprattutto nella fase REM e NREM profondo, il cervello rielabora e consolida le informazioni apprese durante il giorno, rendendo i ricordi più stabili e accessibili; inoltre, mentre dormiamo, il cervello attiva un sistema chiamato sistema glinfatico, che rimuove rifiuti metabolici e tossine (come la beta-amiloide, associata all’Alzheimer).
Qualsiasi attività lavorativa o di svago pratichiamo, il cervello consuma molta energia durante il giorno. Il sonno aiuta a ripristinare le riserve energetiche, soprattutto di glucosio, necessarie per un corretto funzionamento.

La privazione del sonno compromette funzioni come attenzione, concentrazione, creatività e capacità di prendere decisioni in modo evidente.
Il sonno favorisce la neuroplasticità, cioè la capacità del cervello di adattarsi, apprendere e modificare le connessioni neuronali.

Negli ultimi anni le neuroscienze hanno compiuto notevoli progressi nello studio del sonno e delle sue funzioni cerebrali.
Ad esempio uno studio condotto dalla Rice University e dall’Università del Michigan ha dimostrato che, durante il sonno, il cervello non si limita a consolidare i ricordi, ma elabora anche strategie per affrontare situazioni future. Monitorando l’attività dei neuroni dell’ippocampo nei ratti, i ricercatori hanno osservato che alcune rappresentazioni spaziali si stabilizzano durante il riposo, mentre altre si modificano, suggerendo una preparazione a nuove esperienze. Sono anche stati dentificati i neuroni del sonno. Ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston hanno identificato un gruppo di neuroni nel nucleo preottico ventrolaterale (VLPO) che svolge un ruolo cruciale nell’indurre il sonno. Questi neuroni, contenenti i neurotrasmettitori GABA e galanina, inibiscono i centri della veglia, facilitando l’addormentamento. Danni a questa regione possono causare insonnia.
Un team dell’Università della California di Los Angeles ha scoperto che stimolando delicatamente il lobo frontale del cervello durante il sonno, in sincronia con le onde cerebrali dell’ippocampo, è possibile migliorare la precisione della memoria di riconoscimento.
Questa tecnica potrebbe avere applicazioni future nel trattamento di disturbi come il Parkinson o l’Alzheimer.

Anche in Italia la ricerca sul sonno e i suoi risvolti cerebrali sta approdando a nuovi risultati; il nostro paese vanta una tradizione consolidata in questo ambito, con contributi significativi sia a livello clinico che scientifico. L’AIMS – Accademia Italiana di Medicina del Sonno è la principale organizzazione scientifica nazionale dedicata alla promozione della ricerca, formazione e divulgazione nel campo del sonno. Conta oltre 400 professionisti e accredita numerosi centri di medicina del sonno in tutto il paese.

Ad esempio, nel contesto dello Human Brain Project, l’INFN ha condotto simulazioni su modelli talamo-corticali, dimostrando che durante il sonno profondo avvengono processi che creano nuove associazioni e riequilibrano le connessioni neuronali, migliorando la capacità del cervello di classificare gli stimoli al risveglio.
Luigi De Gennaro, professore ordinario presso l’Università “La Sapienza” di Roma, è un’autorità riconosciuta a livello internazionale nello studio dei disturbi del sonno. Dirige il Laboratorio del Sonno dell’ateneo romano e ha condotto studi pionieristici sulla genetica del sonno, dimostrando che l’attività cerebrale durante il sonno non-REM è altamente ereditabile. Ha anche esplorato l’uso della stimolazione elettrica cerebrale per migliorare la qualità del sonno e ha guidato una ricerca che ha evidenziato come posticipare l’orario di inizio delle lezioni scolastiche possa migliorare il rendimento degli studenti.
Giuseppe Plazzi, neurologo dell’Università di Bologna, è un esperto di rilievo nello studio della narcolessia e delle parasonnie. È responsabile dei Laboratori per lo Studio e la Cura dei Disturbi del Sonno presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’ateneo bolognese. Sotto la sua guida, il dipartimento è diventato il primo in Europa e il terzo al mondo per pubblicazioni scientifiche sulla narcolessia… etc.

Tutti gli studi comunque indicano che la mancanza cronica di sonno è fortemente associata a un maggiore rischio di disturbi d’ansia (il cervello stanco anticipa minacce anche quando non ci sono), comparsa o peggioramento della depressione, instabilità dell’umore (tipica del disturbo bipolare).
Dormire bene non è solo una questione di benessere fisico: è essenziale per pensare, ragionare e creare.

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